Sposi stranieri a Roma: Wedding Club
Sposi stranieri a Roma: Wedding Club
Le potenzialtà del Wedding Tourism in Italia secondo i migliori esperti di nozze della Capitale chiamati a raccolta dal portale Zankyou.it durante il suo Wedding Club Roma.
Il resoconto del Wedding Club tenutosi a Roma grazie al portale ZankYou.
L’ISTAT afferma che nel solo 2015 in Italia ci sono stati oltre 7.000 matrimoni di coppie straniere, le quali hanno scelto il Belpaese per il loro giorno più importante, generando 380 milioni di euro. Una media di 54.000 euro di spesa per ogni matrimonio, che ha avuto una media di 50 invitati ciascuno.
Al primissimo posto la Toscana che detiene il primato con il 32% di nozze straniere, seguita da Lombardia, Campania e Veneto, prima di poter trovare il Lazio: al quinto posto, con un 7% di matrimoni all’anno. Riguardo la scelta della location, numerosi gli stranieri che optano per Luxury Hotel (ben il 30%), mentre il rito scelto vede sul podio cerimonia civile (33%), religiosa (34%) e simbolica (32%) pressoché a parimerito. Una fetta di mercato, che risulta senza dubbio interessante per il nostro Belpaese, che può crescere molto se indirizzata nella giusta direzione.
Ma come fare?
Proprio su questa domanda rivolta al Wedding Tourism in Italia è stato incentrato il focus dell’ultimo Wedding Club by Zankyou, tenutosi lo scorso 23 marzo in collaborazione con Elle Spose. Il portale internazionale di matrimoni, presente in 23 Paesi in tutto il mondo e con oltre 5ml di visite al mese, ha organizzato una mattinata di chiacchiere e confronto tra alcuni dei più importanti nomi del settore Bridal di Roma.
Presso l’esclusivo Gran Meliá Rome, l’evento, sapientemente coordinato da Roberta Torresan Wedding Planner&Designer, ha chiamato a raccolta wedding planner, fotografi, direttori di location nuziali, esperti di catering e allestimenti e blogger che, in un contesto elegante ma informale, hanno confrontato opinioni ed esperienze.
Uno scambio costruttivo di idee, spunti e sinergie che, a partire dalle potenzialità e dai limiti di Roma, ha analizzato la situazione presente con lo scopo soprattutto di capire cosa ancora si può fare per venire incontro alle esigenze di coppie straniere e non che scelgono l’Italia per celebrare il loro giorno più importante.
Cosa è emerso durante la tavola rotonda che ha coinvolto i vari presenti? Ecco qualche considerazione.
Roma non è solo il Colosseo
La tendenza sempre in aumento di vedere l’Italia come meta preferita da coppie nostrane e straniere è un dato di fatto, soprattutto nell’ultimo decennio. Sposini americani, russi, giapponesi, irlandesi e arabi ogni anno scelgono la nostra bella Italia per pronunciare il loro sì più importante, nonostante i limiti strutturali dell’Urbe, agglomerato di città più che metropoli unica, dove tanto la sua storia come la sua posizione geografica rendono a volte difficoltosi alcuni dettagli pratici.
Interessanti i punti di vista delle varie location presenti, concordi nel sottolineare come Roma sia per ora meno predisposta ad accogliere un’utenza straniera rispetto ad altre zone quali la Toscana o la Puglia, che negli ultimi anni hanno fatto leva su questa fetta di mercato estero, ma non per questo più svantaggiata, anzi.
Il problema emerso è in parte riconducibile al fatto che 9 coppie straniere su 10 identifichino Roma con il suo centro storico, quando anche i dintorni regalano location da fiaba, e si tratta di portare a conoscere le sue ricchezze che vanno ben oltre il circuito turistico del Colosseo o della Fontana Di Trevi.
I matrimoni della ‘Generazione Erasmus’
Durante il Wedding Club Roma è emerso come le coppie straniere che si sposano nella Capitale non siano solo i giapponesi che sognano la Dolce Vita, ma anche coppie miste o italiani che vivono all’estero, così come coppie nostrane radicate a Roma, ma provenienti da altre regioni.
Del resto, la Generazione Erasmus ha portato moltissime persone a cercare lavoro all’estero; ma tutti questi connazionali che vivono a Londra o Berlino o Sydney tornano poi in Italia a sposarsi, dove vogliono ritrovare le proprie radici e presentarle tanto alla nonna che non si è mai mossa dal quartire, come ai colleghi di lavoro australiani.
Italia, genio e follia
Qualcuno dei partecipanti in sala ha sollevato come le coppie straniere dispongano di budget e chiedano garanzie proprio perché spesso abituate ad un’organizzazione più strutturata: aldilà dei vari pregiudizi pizza-pasta-mandolino, spesso il popolo italiano continua ad essere percepito come un genio ribelle, creativo e fantasioso ma allo stesso tempo dalla forma mentis meno quadrata.
Da qui ne è scaturita l’importanza delle wedding planner: numerosi i professionisti in sala che hanno riportato le loro esperienze con coppie italiane e non.
Quali sono le conclusioni?
Ad una prima analisi pare che gli sposi stranieri spesso desiderino una sorta di più comodo pack all inclusive, quando in realtà la chiave è legata alla personalizzazione di ogni evento, perché ogni coppia viva il proprio sogno.
Quale futuro per il Wedding Tourism in Italia?
Questo il presente. Il futuro risponde a quanto emerso in sala proprio durante questo nostro Wedding Club. Infatti, le location di Roma non sempre sono aperte a celebrare il rito simbolico e questo spesso costituisce un limite da considerare.
I nostri ospiti hanno anche risposto alla domanda “se secondo loro c’è un profilo di coppia più adatto ad un certo tipo di location piuttosto che un altro”.
Ne è emerso che questo dato non è tanto un diretto dipendente della provenienza geografica delle coppie quanto piuttosto dai loro gusti personali e dalle loro esigenze. Per queste ragioni, assicurare loro un’analisi dettagliata che contempli desideri e budget, spetta al vero professionista che senza volersi sostituire a nessuno, cerca di realizzare un matrimonio ad hoc.
Ne è quindi scaturito un interessante spunto riguardo ai cosiddetti tuttologi, ovvero esperti di fiori, ma anche di foto nuziali, che si sentono sempre in grado di sbilnciarsi eccessivamente invadendo ambiti non di loro competenza.
Una figura e un rischio che portano infinite incomprensioni, quando non veri e propri problemi a tutte le parti in causa. In tal senso i primi a subirla son proprio gli sposi, che riceveranno una consulenza inadeguata da parte di chi non può, né è giusto che debba, possedere tutti gli strumenti e le competenze per coprire per intero il campo wedding. Ma non meno difficoltà crea ai fornitori stessi. I quali, anziché collaborare all’interno di un contesto in cui ciascuno fa il proprio lavoro, sembra che in troppi cerchino di sovrapporsi agli altri colleghi di settore, creando dinamiche da campo da guerra minato.
Tutto questo quando in realtà sia il fine ultimo del matrimonio, sia tutto quello che si muove attorno al fatato mondo Bridal, riguarda innazitutto quella Bellezza di cui Roma, con il suo cielo azzurro che ha abbracciato la mattinata del 29 marzo, ci ha voluto ricordare ancora una volta ieri. Una bellezza, quella di Roma che come spesso accade è complessa, ricca di contrasti e sfaccettature che la rendono ancor più ammaliante; un fascino senza tempo, che spetta proprio a noi svelare senza svenderlo.
Con una sola finalità d’insieme, quella di offrire solo il meglio ai nostri sposi che la scelgono per coronare il loro Giorno più bello.
Fonte: Zankyou Weddings